Cara Fern,
Le ho sempre consigliato: si faccia una vita interiore - di studi, di affetti, d'interessi umani che non siano soltanto di "arrivare" ma di "essere" - e vedrà che la vita avrà un significato. (...)
la solitudine che Lei sente si cura in un solo modo, andando verso la gente e "donando" invece di "ricevere". (E' la solita sacrosanta predica). Si tratta di un problema morale prima che sociale e Lei deve imparare a lavorare, a esistere, non solo per Sé ma anche per qualche altro, per gli altri. Fin che uno dice "sono solo", sono "estraneo e sconosciuto", "sento il gelo", sarà sempre peggio. E' solo chi vuole esserlo, se ne ricordi bene. Per vivere una vita piena bisogna andare verso gli altri, bisogna umiliarsi e servire. E questo è tutto. Coraggio e arrivederci.
Pavese
(da Lettere 1924 - 1944)